Baratto e scambio merce: quando la crisi si trasforma in soluzioni

Il Covid–19 ha scoperchiato il
vaso di Pandora.

Travolti dall’inatteso,
dall’inaspettato, e, con il terrore che l’invisibile avesse potuto in qualche
modo attaccarci, abbiamo chiuso fuori dalle nostre porte la vita.

Abbiamo smesso di socializzare,
di vedere, stringere ed abbracciare le persone a noi più care, abbiamo smesso
di lavorare, lasciando il posto alla paura, alle domande senza risposta, alla
conta dei morti.

Inermi e senza alcuna capacità
decisionale abbiamo dovuto rinunciare alla nostra quotidianità, fatta di gesti
e comportamenti, all’apparenza quasi sincopati, ma in grado di garantire all’
Umano IL senso all’esistenza.

E se da un lato l’ignoto parrebbe
aver acuito le distanze, dall’altro ha fatto emergere quanto negli anni,
l’assunzione di responsabilità fosse declinata al Signor Nessuno. Numerose le
falle che come voragini si sono aperte nel nostro Paese, a partire da quella
sanitaria, e per concludere con quella lavorativa.

E se si è riusciti ad arginare
(se così vogliamo dire) l’emergenza sanitaria, l’invalidante epidemia economica
che sta travolgendo tutto il paese, assume contorni tanto inquietanti, quanto
invalidanti.

Gli aiuti economici promessi dal
Governo tardano ad arrivare, intere famiglie sono al collasso e lo spaccato che
ci viene rappresentato, è di un’economia che non ha più il cosiddetto “ceto
medio”, ma si è divisa in ricchi e poveri.

Ceneri che si stanno accumulando
a ceneri, e la burocratizzazione non accenna a diminuire… mah, forse è quello
che ci meritiamo! Ce lo meritiamo perché abbiamo nel tempo fatto scelte, scelte
dettate dalla caccia “al responsabile” che portasse la bandiera per tutti.

Il tempo del “non vedo, non
sento, non parlo” non funziona più, perché è giunto il momento di metterci la
faccia, è giunto il momento di assumersi ciascuno le proprie responsabilità, di
non individuare uno che per tutti porti “la bandiera” ma di corresponsabilità
che tengano conto dei doveri e dei diritti di ciascuno.

Molti sono i mali che si sono
riversati nel nostro presente con l’apertura del vaso di Pandora (nella
mitologia greca era il contenitore di tutti i mali del mondo), e non è che non
sapevamo della loro esistenza, ma per un lungo tempo li abbiamo negati, elusi,
subiti e a volte agiti a discapito di altri.

Ma non possiamo certamente
dipingere una realtà fatta solo di ceneri e carbone, non possiamo cedere il
passo alla morte, pensando che tanto le atrocità umane non cesseranno mai. È
doveroso qui soffermarsi, non tanto sulla trattazione della “moralità” ma su
quanto e in che modo valga ancora la pena di “fare un investimento sulla vita”.

L’eco pandemico ha verosimilmente
colpito tutto il pianeta, investito da una profonda crisi economica senza
precedenti. E qui non si può pensare di spostarsi in un altro paese “a cercar
fortuna”, ma ci si deve reinventare aprendo le porte ad una “nuova rinascita” …
e già qualcosa si sta muovendo…

Ed è bellissimo vedere come il
nostro paese abbia memoria storica, si perché in questo particolare momento
storico, sta ritornando il baratto.

Già avete capito bene, dall’Australia
al nostro bel paese, numerosissime sono le pagine facebook che sono state
aperte e milioni sono già gli iscritti. “Scambio uova con una scorta di carta
igienica”, “scambio tonno con della pasta”, molti sono gli scambi che vengono
proposte sui social…. Un’economia primordiale, penserete, ma probabilmente,
l’unica in grado di dare valore alle cose, l’unica di garantire la
“sopravvivenza” in un momento in cui la moneta di scambio principale, il
denaro, rischia di cessare a circolare.

Reinventarsi partendo dal
passato, facendo tesoro di un tempo che è stato, al fine di garantire un tempo
presente.

Chissà se anche tra le nostre
aziende e i nostri imprenditori questa “nuova vision” possa aprire le porte ad
una nuova economia e a nuove capacità e competenze non per garantire la
sopravvivenza, ma la continuità della specie.

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